Farnese, il nome deriva dal famoso casato, è un piccolo borgo che sorge su un’altura tufacea della Tuscia Viterbese, ai confini con la Toscana. Una storia pluricentenaria permea le architetture dell’abitato, sospese tra scenari naturalistici e paesaggi d’incanto come la Riserva Naturale Selva del Lamone. Luoghi nei quali l’identità culturale si veste di poesia, nelle parole di presenze miti e gioiali che invitano a riconnettere le due entità di mente e territorio, separate dalla frenesia logorante della società consumistica. Qui il peregrinare artistico diviene pratica di resilienza, e il viaggiatore riscopre il senso della leggerezza, nel senso calviniano del termine. Non a caso, in questa aurea di fantasia, il regista Luigi Comencini scelse di ambientare le avventure del suo Pinocchio, novello Don Chisciotte, per narrare le intricate sfaccettature dell’esistenza. La Rocca di Farnese, al centro del borgo, è la sede espositiva di questa seconda tappa. Un edificio fortificato di epoca medievale trasformato, nel corso dei secoli XIII-XVII, in un elegante palazzo signorile, probabilmente dallo Smeraldi autore dell’ingresso. La facciata presenta un portale inquadrato da due colonne in basalto con bugnature in travertino, con sopra un balcone ed una finestra sovrastata da una cornice ad arco ribassato. Un piccolo cortile con un pozzo, sul quale è visibile uno stemma della famiglia Anguillara, ci accoglie per guidarci nel reticolato di corridoi e cortili della struttura. Sul fianco del palazzo che domina la porta e il viadotto, è murato il più antico stemma della famiglia Farnese, raffigurante un unicorno rampante e uno scudo con sei gigli, Dallo stesso lato si ammira un’elegante loggia serliana, ora murata, che delimita un ampio terrazzo. Il palazzo, oggi quasi totalmente rimaneggiato, disponeva anche di un piccolo teatro di corte, ora perduto insieme ai dipinti che decoravano alcune stanze, realizzati su committenza dei Farnese.
Grande la partecipazione della cittadinanza all’inaugurazione, con gli onori di casa del Sindaco Giuseppe Ciucci insieme allo scultore Francesco Zero, responsabile della Galleria Purificato.Zero, e della storica e curatrice d’arte Silvia Filippi, in rappresentanza di ENAC, i quali hanno illustrato le finalità del progetto espositivo e sottolineato come la cultura debba essere rimessa al centro dei processi decisionali in ogni settore della società. Un sentito ringraziamento particolare all’artista Giovanni Pisano, per il supporto nella realizzazione dell’iniziativa, e al parroco di Farnese, per l’adesione morale ai concetti promossi dalla manifestazione.